Il 25 Aprile tra passato, presente e futuro: quattro tappe, Villa San Vincenzo, San Biase, Comino e Villa Comunale di Guardiagrele, per altrettante deposizioni di corone di fiori ai piedi dei monumenti eretti in ricordo dei caduti per la Liberazione. Con sentimenti di rispetto, ammirazione e commozione, soprattutto a San Biase davanti alla lapide in memoria degli undici civili trucidati dalle squadre naziste nel 1944 per sospetti di collusione con la Resistenza Partigiana. Il percorso si è concluso alla Villa Comunale davanti al monumento dedicato alla Brigata Maiella, la prima formazione partigiana in Italia. Il vice-sindaco, Pierluigi Dell’Arciprete, ha indossato la fascia tricolore e tenuto il discorso ufficiale a nome e in rappresentanza della giunta e del consiglio comunale. “Celebriamo questa giornata nella coincidenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che non può che far riflettere sulla nostra Costituzione, quella carta che ha inglobato i valori alla base della vita repubblicana e democratica italiana”. La Brigata Maiella è la più importante fra le altre formazioni dell’Italia centro - meridionale e la sola, oltre al Corpo Volontari della Libertà, ad essere decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare. La zona dove nacque è situata nell’alto chietino, tra i fiumi Sangro e Aventino. Ne è promotore Ettore Troilo, un avvocato socialista nato a Torricella Peligna , collaboratore di Turati a Milano e poi di Matteotti a Roma, che raggiunse l’Abruzzo a fine settembre del 1943, dopo aver partecipato alla sfortunata difesa di Roma a Porta San Paolo, ad inizia subito ad esortare gli uomini alla resistenza armata contro il nazifascismo. Nel 1943 la linea del fronte si stabilizza per parecchi mesi proprio lungo il Sangro e l’Aventino, spaccando in due la regione. Dato il carattere spontaneo e popolare della sua formazione e la sua ispirazione nettamente repubblicana, Troilo chiese ed ottenne che la “Brigata Maiella”, unico esempio di gruppo partigiano regolarmente organizzato, potesse operare fuori del territorio nel quale si era formato ed entrasse alle dipendenze dell’Esercito Italiano ai soli effetti amministrativi e dei comandi alleati per il suo impiego strategico, nonché restasse assolutamente autonoma per ogni questione attinente alla sua forza, alla organizzazione interna, alla disciplina di guerra. La “Brigata Maiella non si sciolse una volta liberata la propria regione, ma proseguì sino alla fine, a fianco del Corpo Italiano di Liberazione, della Divisione Paracadutisti della “Nembo” e degli Alleati, la Guerra di Liberazione. Le principali località dove furono combattute le battaglie più cruente sono state Civitella a Selva, Pizzoferrato, Lama dei Peligni, Cingoli, Poggio San Marcello, Montecarotto, Pesaro, Montecastellaccio, Brisighella, Monte Mauro, Monte della Volte e Senio. 55 caduti, 131 feriti di cui 36 mutilati, 15 medaglie d’argento, 43 medaglie di bronzo e 144 croci ai v.n. testimoniano e rappresentano il tributo offerto dalla “Brigata Maiella” alla grande causa della libertà. La Brigata Maiella si sciolse a Brisighella, in Romagna, il 15 luglio 1945.