Il Venerdì Santo è il giorno della Croce

La croce: dolore e sofferenza sono accettate e trasformate

Stefania Scogna
23/04/2011
Territorio
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Quante voci si sono levate quando volevano togliere i crocifissi dalle scuole? Quante volte passando davanti alle chiese ci si fa il segno della croce? Quanto estro mettono gli artisti nel rappresentare la croce in modi sempre nuovi e originali? La croce, simbolo del cristianesimo è presente nella nostra vita praticamente sin dalla nascita, nei segni del rito del Battesimo, nell’ assoluzione nel Sacramento della Penitenza, nelle benedizioni ricevute e date in ogni atto sacramentale; fino all’ultimo segno tracciato dal sacerdote nel Sacramento degli Infermi, nella croce astile che precede il funerale e nella croce di marmo o altro materiale, poggiata sulla tomba. Così presente ma nello stesso tempo così assente: i nostri occhi si sono talmente abituati a guardare la croce, che spesso la vediamo ma non la guardiamo. Il nostro si è abituato, diventando, così, distratto, abitudinario, ripetitivo. Eppure la Croce è il supremo simbolo della sofferenza e della morte di Gesù. In tutta la vicenda umana e storica di Gesù, la Passione, culminata nel Venerdì Santo, designa l’insieme degli avvenimenti dolorosi che lo colpirono fino alla morte in croce. E questo insieme di atti progressivi e dolorosi prese il nome di “Via Crucis”, la pratica extraliturgica, introdotta in Europa dal domenicano beato Alvaro e dopo di lui dai Frati Minori Francescani. Il Venerdì Santo è il giorno della Croce, di questo simbolo che è di guida ai cristiani e nel contempo tiene lontani altri da questa religione che ha al suo centro il dolore e la sofferenza, seppure accettata e trasfigurata. Il Venerdì Santo aiuta a prendere coscienza di quello che l’uomo ha fatto a Dio più di duemila anni fa: ucciso perché scomodo, ucciso per invidia. Vittima non solo dei suoi nemici, ma anche dei suoi amici: a tradirlo, infatti, fu Giuda, un suo apostolo. Ma chi di noi non è fragile e inaffidabile? Chi di noi non ha mai tradito o è stato tradito? Una realtà triste ma vera. Ma Dio non si scandalizza di ciò, anzi ci insegna come la cosa più grave e pericolosa non è il tradimento in sé, ma la disperazione che ne potrebbe derivare: Giuda tradì e si impiccò, Pietro tradì e chiese aiuto a Dio per il suo tradimento. Ogni cristiano è un traditore pentito, un peccatore perdonato e sanato. “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si addormentato ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra della morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Il Signore prese per mano Adamo, lo scosse e gli disse: “Svegliati tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà”. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te ho condiviso la debolezza umana, ma poi sono diventato libero dai morti. Per te che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulle mie guance gli schiaffi sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso, io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”. (Da un’antica omelia sul Sabato Santo)

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