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«"Serenate a mamme" è madre del mio cantautorato»: la nostra intervista ad Alfredo Scogna

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Giorni fa avevamo annunciato che per tutto il mese avremmo ricordato Modesto Della Porta in occasione del suo 131° compleanno. Abbiamo scelto di farlo non solo attraverso le sue poesie ma anche per mezzo di tutte le storie e le esperienze che in un modo o nell'altro si sono intrecciate con lui.

Proprio per questo non potevamo che iniziare con Alfredo Scogna, cantautore, direttore artistico de "Il Bolognino d'Oro" nonché autore nel 1996 di “Nella poesia c’è musica”, un disco che ha donato accordi e voce alle più belle poesie di Modesto. 

Gli abbiamo fatto qualche domanda a partire da come è nata l'idea del disco e qual è stata la prima poesia di Modesto a diventare una sua canzone.

"Vivevo a Roma nell '84" ci confessa Alfredo " e cominciavo a scrivere canzoni. Guardiagrele mi mancava e lessi il Tapù. In quel momento mi sembrò che la foto di Modesto sulla copertina mi sorridesse.

Aprii il libro e la prima poesia che mi apparve fu "Serenate a mamme''. Scrissi una musica a mio parere divina e pensai che Modesto mi stesse chiedendo di andare avanti. Provai con "Pace e sonne"....e così via. Alla quarta poesia musicata pensai che fosse giusto far ascoltare le canzoni agli estimatori di Modesto e quindi interpellai Vinicio Salomone , Francesco Lullo e Stefano Bucceroni. Con la loro approvazione musicai 14 poesie scegliendo tra quelle più intime di Della Porta. Pensai di fare un concerto e avvisai la famiglia del poeta che, felice di vedere Modesto in una veste nuova, fu entusiasta della mia iniziativa. 

Il concerto si tenne il 20 agosto, quel giorno venne Ron a Guardiagrele. Era la Festa dell'Unità. 

Fui onorato della presenza di Popò de Giorgio, avvocato e amico vivente di Modesto che mi raccontò diversi aneddoti ...pare che proprio grazie a lui Modesto si decise a stampare il primo Tapù

La piazza era stracolma. I guardiesi si erano innamorati del mio lavoro al punto che decisi di fare un omaggio a Modesto facendo un CD. Ci vollero degli anni ed uscì nel '96 .

 Il giorno in cui stavo portando il mio primo disco a Ivan Graziani, lui morì. In quel periodo lo frequentavo. Era il 1^ gennaio 1996. Da allora sono passati anni ma Modesto è rimasto nel mio repertorio tanto che soltanto l'anno scorso è salito con me sul palco degli Arcimboldi a Milano.

 

Come hai scelto le poesie da includere nel disco  e che tipo di lavoro hai fatto per trasformare la poesia di Modesto in musica?

Per quanto sia stata definita impossibile da musicare, nulla mi ha impedito di andare avanti, la poesia di Modesto è già musica perché scorre e scivola come un canto e poi sentivo il volere di Modesto. 

Ho pensato di usare diversi generi e vestire ogni poesia in modo diverso. Ho usato il pop , il classico , il jazz e altro... per arrivare specialmente ai giovani e cercare di incuriosire chi non si era mai accostato a Modesto. Ho scelto poesie corte e che raccontassero un altro lato del suo personaggio. Il nostro poeta non era solo spiritoso ma probabilmente spirituale e introspettivo tanto da raccontare la sua malattia in" Lu tisiche". Poesia lunga che io ho ridotto fermandomi alla frase: "pecchè sta vita amare mentre passe ie proprie allure che chiù belle pare".

 

In questa nuova forma, come tu stesso accennavi, le poesie di Modesto sono entrate nei club, hanno risuonato nelle piazze e sui palchi di importanti teatri italiani. Che effetto fa Modesto sul pubblico e come sei riuscito a sorpassare la barriera del dialetto con un uditorio non abruzzese? 

Ho cercato di cantare con l'emozione e quindi anche se il dialetto non si capisce, arriva la musica che viene percepita come impulso comunicativo che fa chiedere cosa nasconda quell'emozione....mi chiedono il significato successivamente. 

Il nostro dialetto in fondo è abbastanza comprensibile e io cerco di ammorbidire i termini per una migliore comprensione. 

Donato Della Porta, nipote di Modesto mi disse che lui voleva che le sue poesie fossero capite in tutta Italia. Per me è un privilegio portare il nome di Modesto ovunque vada insieme alla sua poesia.

 

C'è una poesia che avresti voluto arrangiare ma che ti è stata particolarmente ostile? Perché?

"La novena di Natale" mi sarebbe piaciuta da musicare. Per essere una canzone è troppo lunga ma in futuro proverò a farne un sunto perché il tema di Natale con i suoi sapori e riti mi attrae molto ....proprio perché il Natale è un periodo di riflessione che indirizza la nostra vita verso le sue verità più intime. Modesto mi fa pensare a Edoardo de Filippo.

 

 Infine qual è la tua poesia preferita di Modesto?

La mia preferita resta "Seranata a mamma". È quella che ha dato il via a tutto, è quella che nasconde le preoccupazioni di un figlio, è quella che racconta delle attenzioni di una madre ....è quella che rende magico anche il dolore. Solo una madre accoglie le fragilità di un figlio, solo una madre sa incoraggiare nei momenti di sconforto. "Serenata a mamma" è madre del mio cantautorato.

 

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