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“Palatenda”, la parola dell’anno

Il neologismo della discordia batte per un soffio il più creativo “Power Francers”

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Dal sondaggio “Una parola, un anno”, lanciato qualche giorno fa da Guardiagreleweb, è emerso che “palatenda” è la parola più rappresentativa del 2011. Complici gli ultimi fatti di cronaca, il neologismo, che tanto sta facendo discutere, si colloca in cima alle preferenze degli abituali frequentatori del portale, seguito dal nome del noto trio musicale, made in Guardiagrele, Power Francers e dallo slogan “salviamo l’ospedale”. Il composto “palatenda” ricalca il modello del più stabile e storicizzabile “palasport”, abbreviazione di palazzo + sport, entrato nel dizionario dell’uso già all’inizio degli anni 60 (Sabatini, Coletti): Palazzo dello sport utilizzato per manifestazioni sportive o musicali, utilizzato anche come nome proprio (Treccani). Del cugino palasport, il nome palatenda recupera il primo formante e, a livello semantico, l’idea di “luogo fisico capiente”, mentre “tenda”, il secondo elemento, ne specifica in maniera intuitiva la natura. E pensare che il nostro vocabolario già disponeva di qualcosa di molto simile, “tendone”, utilizzato ormai quasi esclusivamente per indicare le strutture del circo. Palatenda è un neologismo chic, un modismo linguistico perfetto per liberarsi dal peso della provincia, anche linguistica: modismo che nobilita la materia e chi ne parla. Al secondo posto in classifica, la parola macedonia Power Francers, all’anagrafe Antonio Pelusio, Davide di Martino e Caterina Di Sciascio, trio scanzonato e un po’ tamarro - come essi stessi dichiarano in una delle loro cliccatissime interviste su you tube – che da qualche anno si sta imponendo nel panorama musicale con il proprio stile originale e provocatorio. Come le loro sonorità, il nome Power Francers nasce dal mix dei sintagmi Power Rangers, noto telefilm per ragazzi degli anni ’90, e “french touch”, genere musicale al quale s’ispirano. Il gioco di parole piace, e piace anche il loro stile; li ritroveremo a San Remo? Facciamo il tifo per loro. Magari la parola del 2012 sarà proprio il titolo della loro ultima hit. Sul gradino più basso del podio lo slogan “salviamo l’ospedale”, questione ancora aperta che riporta alla mente le battaglie compiute nel corso del 2011 per il diritto alla salute; uno slogan incentrato sul noi inclusivo del verbo “salvare”, un tentativo estremo che proietta vecchie e nuove paure dei guardiesi sulla sanità pubblica. Per aspera ad astra, buon anno a tutti!
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