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Guardiagrele piange un altro ragazzo che se ne va troppo presto

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Per Guardiagrele quello di questa mattina è un freddo risveglio. Freddo non solo e non principalmente per la temperatura esterna, ma per quella interna, che molti di noi avvertono  a seguito di due gravi accadimenti che nel giro di poche ore hanno gettato  la nostra comunità in un  senso di impotenza, sconforto e non senso, che hanno risvegliato paure e dolori già sperimentati più e più volte, forse troppe.

Si inizia Domenica quando un bravo ragazzo, educato, gentile, così detto “normale”, perde ogni riferimento e voglia di vivere e decide che non ha più senso andare avanti e si affida ad un volo di qualche decina di metri che lo fa stare in coma farmacologico presso l’ospedale di Pescara in bilico tra la vita e la morte. La domanda che tutti si fanno è: “perché”. Una domanda alla quale solo lui può dare una risposta.

Ieri sera, invece, la notizia della morte di  L.D.P. , ragazzo di Guardiagrele di 19 anni, che  perde la sua battaglia contro una brutta malattia, riempie in poco tempo i social network. Le immagini del fiore più bello che viene colto, o dell’angelo che va in cielo, più che fare tenerezza fanno solo rabbia. Rabbia per una vita spezzata nel bel mezzo della” fioritura”, quando si inizia a coltivare  sogni e speranze; rabbia per un vero gladiatore che ha lottato e sperato di farcela; rabbia per una famiglia, l’ennesima, che si trova a vivere una perdita così grande in un modo così ingiusto.

Un pensiero va prima di tutto a voi ragazzi, protagonisti di queste due tristi storie.

Al primo l’augurio di aprire gli occhi e di ricominciare piano piano a vivere una vita che nonostante la sua stranezza, le sue contraddizioni, le prove, vale la pena di essere di vissuta in virtù di una cosa che si chiama “amore”:  l’amore cristiano, quello di cui ognuno di noi gode in maniera unica e personale e che vale la pena di essere scoperto attraverso un percorso di fede;  l’amore di  e per una famiglia, per gli amici, per una compagna di vita, per una passione, per un lavoro (si spera).

A te gladiatore e  alla tua famiglia: “Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo; se tu potessi vedere e sentire
quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine
e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami.
Qui si é ormai assorbiti dall’incanto di Dio e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo, quanto piccole e fuggevoli, al confronto!
Mi é rimasto un profondo affetto per te; una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te, é gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa, tu pensami così!
Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di stanchezza,
pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte,
dove ci disseteremo insieme nel trasporto più intenso,
alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più se veramente mi ami!”

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