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Caramanico (Sel):"dall'idroelettrico 40milioni di euro per l'Abruzzo"

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E’ di quaranta milioni di euro/anno la somma che la Regione Abruzzo incasserà dal settore idroelettrico grazie alla rideterminazione dei canoni di concessione delle acque per la produzione di energia elettrica.

A deciderlo è stata la Corte Costituzionale, con sentenza n.85 del 7 aprile 2014 che ha posto fine ad una delle questioni legislative più complesse e gravide di ricadute finanziarie per la Regione. Abruzzo e che ha sbloccato il braccio di ferro fra Stato e regione rigettando il ricorso presentato dal Governo contro l’art.16 della L.R.n°1/2012 (Finanziaria regionale ) presentata dal Consigliere regionale di SEL Franco Caramanico.

I FATTI

Approvazione della legge e reazioni conseguenti

Risale a circa due anni fa  l’iniziativa con cui il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà , Franco Caramanico, ha inserito nella finanziaria per il 2012  una norma che modifica il canone dovuto alla regione dalle società titolari delle concessioni relative allo sfruttamento delle risorse idriche ai fini della produzione di energia idroelettrica e che avrebbe portato alle casse della regione 35 milioni di euro, contro i 6 milioni di euro che già incassava.

In sintesi, in data 10 gennaio 2012 la norma è pubblicata sul Bura della Regione Abruzzo , nonostante l’opposizione maldestra di alcuni, superando i vecchi criteri di determinazione (risalenti addirittura al 1933) del canone imposto alle imprese a fronte della concessione dello sfruttamento delle risorse idriche pubbliche.

Inoltre, la disposizione consente di applicare al calcolo dei canoni dovuti un criterio finalmente realistico, quello della potenza efficiente e non più il vecchio metro della potenza nominale che sottostimava enormemente la potenza delle centrali idroelettriche regionali garantendo un vero e proprio regalo, da parte della regione, in favore dei titolari delle concessioni a scapito, inutile sottolinearlo, delle tasche degli abruzzesi.

Tuttavia nonostante l’approvazione della proposta di Caramanico da parte del Consiglio regionale, il consigliere si trova a dover condurre, da solo, una battaglia per difenderla,  in particolare contro il settore LLPP e contro l’Assessore regionale all’Agricoltura, Mauro Febbo.

Il settore LL.PP.,infatti, a distanza di pochi giorni dall’approvazione, si pronuncia in questo modo “la norma , modificando il criterio di calcolo ... si poneva in contrasto con la disciplina statale , in quanto competenza esclusiva dello stato e sia con riguardo della tutela dell’ambiente che della concorrenza”.

L’Assessore all’agricoltura Mauro Febbo, invece, presenta il disegno di legge n° 0373 del 27 gennaio 2012 dove subdolamente inserisce una norma che,  non solo cancella la norma presentata da Caramanico e approvata dal Consiglio regionale, ma prevede anche una riduzione delle entrate regionali pari a 29 milioni di euro.

Ricorso da parte del Governo centrale

 

In data 9 Marzo 2012 lo Stato centrale presenta il ricorso alla Corte Costituzionale sollevando due critiche alla norma approvata dalla Regione Abruzzo: la prima relativa alla violazione del riparto delle competenze tra Stato e Regioni, la seconda riguarda il contrasto con i principi vigenti in materia di concorrenza.

 

Le reazioni dei Servizi legislativi della giunta e del consiglio si sono rivelate paradossalmente favorevoli alle posizioni prese dal Governo centrale. Infatti, il Servizio legislativo della giunta ha dichiarato di “condividere i dubbi di legittimità costituzionali sollevati dal Governo” e il Servizio legislativo del consiglio che,“all’indomani dell’approvazione della norma, si aveva provveduto a predisporre una proposta di modifica della disposizione censurata in modo da far venir meno la materia del contendere , con conseguente risparmio dei tempi e dei costi del contenzioso costituzionale. Sarà cura dello scrivente Servizio informare tempestivamente l’Avvocatura Regionale sulla conclusione dell’iter del predetto progetto di legge

Inoltre, l’Assessore regionale al Bilancio Carlo Masci ha annunciato,nel corso della seduta del Consiglio regionale del 10 Marzo 2012,che non avrebbe presentato alcun ricorso contro l’impugnazione del Governo e,l’Ass. Mauro Febbo, che aveva “ accolto con favore la bocciatura della legge Caramanico”

 

SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE

La Consulta, con la sua sentenza n. 85 del 7 Aprile 2014 redatta dal Prof. Tesauro (già avvocato generale della Corte di giustizia europea, dunque un giurista che di concorrenza se ne intende), ha dichiarato inammissibile il ricorso dello Stato basato sulla normativa in materia di concorrenza ed ha considerato infondate le censure rivolte alla normativa regionale sulla base dei criteri di riparto delle competenze Stato-regioni.

La pronuncia, reperibile sul sito della Corte, ha definitivamente chiuso la breve ma già tormentata vicenda che ha visto protagonista l’emendamento del consigliere Caramanico. Una norma che, sebbene sgradita al governo centrale ed evidentemente alle società produttrici energia elettrica, porterà nelle casse della regione  ben  35 MILIONI di euro, e ha costituito l’occasione per fare chiarezza sul delicato ed importantissimo tema del riparto delle competenze tra legislatore regionale e statale in materia energetica e di gestione delle acque pubbliche.

L’Abruzzo è la prima regione italiana ad aver approvato una legge sulla determinazione dei canoni idroelettrici.

CONCLUSIONI

In seguito il consigliere Franco Caramanico ha presentato un altro provvedimento nel settore idroelettrico in merito alla disciplina delle grandi derivazioni approvata conL. R. 22 ottobre 2013, n. 38  che prevede un’ ulteriore entrata di 5.000.000,00 di euro.

Quindi a partire dal 2015 la Regione Abruzzo potrà beneficiare dal settore idroelettrico di una somma pari a 40.070.000,00 euro di cui 35.070.000,00 grazie all’approvazione della L.R. 10 Gennaio 2012 n.1 (art.16) e 5.000.000,00 dalla L.R. 22 Ottobre 2013 n.38.

La pronuncia della Corte Costituzionale di questi giorni è giunta inaspettata, sicuramente la sentenza 85/2014 rappresenta una grande soddisfazione ed è stato il modo migliore per chiudere i lavori della IX legislatura.

40 MILIONI in più per il bilancio della nostra regione significa assicurare un futuro alla nostra Regione Abruzzo.

 

Con quaranta milioni di euro/anno in più la Regione Abruzzo potrebbe:

  1. Assicurare un reddito minimo garantito a circa 5.000 DISOCCUPATI , giovani
  2. Pagare gli stipendi arretrati del lavoratori dei centri di ricerca  e di formazione ( Cotir Mario Mario Negri Sud , Ciapi , ... ) e assicurare loro un futuro;
  3. Creare un fondo di rotazione per aiutare le Piccole e Medie imprese in difficoltà;
  4. Accendere un mutuo di circa 400 milioni di euro per la realizzazione di grandi opere pubbliche  per  la manutenzione del territorio e per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente e quindi  per la creazione di centinaia posti di lavoro
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